rewrite this title Il primo capitalista dell’impresa è l’imprenditore, fattore determinante dello sviluppo – Fiscal Focus in Italian and remove the word “Fiscal Focus”

Summarize in Italian this content to 750 words “Il primo capitalista dell’impresa è l’imprenditore, trasformerei così il titolo di questo incontro”. Così il ministro Giorgetti ha aperto il suo intervento alla 45esima edizione del Meeting di Rimini, nel corso del panel “Il primo capitale dell’impresa è la persona”. Il ministro ha focalizzato il suo intervento sull’imprenditore come fattore determinante per lo sviluppo. “La scintilla dell’imprenditore continua ad essere quella che alimenta l’economia”, ha affermato Giorgetti, ribadendo quanto già sottolineato nel suo intervento all’assemblea ABI: “La banca non può essere un algoritmo, ha di fronte una persona fatta di cuore e di anima che è l’imprenditore”. Per questo, negli affidamenti, le banche dovrebbero saper cogliere l’aspetto umano dell’imprenditore, andando oltre i freddi numeri, per sostenere l’iniziativa imprenditoriale che si traduce in impresa. Secondo Giorgetti, è il fattore umano il principale determinante di crescita e produttività. Infatti, ricordando la sua esperienza come ministro dello Sviluppo Economico, il ministro ha evidenziato che le decisioni di investimento da parte di soggetti stranieri nel nostro Paese non dipendono tanto dal sistema fiscale o giudiziario, quanto piuttosto dalla disponibilità di capitale umano. Nonostante la “fuga dei cervelli” e l’esportazione di competenze, dovute alla mancanza di prospettive di carriera o a una retribuzione inadeguata, il ministro ha ribadito che “il nostro Paese è tremendamente ricco di intelligenza e su questa risorsa va costruita una frontiera di sviluppo futuro”. Dal palco del Meeting di Rimini, il ministro ha quindi sottolineato l’importanza di considerare la formazione e il lavoro come un investimento a lungo termine, evidenziando la difficoltà di perseguire questa visione in politica, soprattutto quando “subentrano delle regole, magari decise a livello europeo, come il Patto di stabilità, in cui il pensiero lungo non è adeguatamente valutato e quindi costringe gli Stati nazionali, nelle decisioni di politica di bilancio, a fare valutazioni inevitabilmente di breve e corto respiro”. “Nel Pnrr abbiamo miliardi per l’upskilling, il reskilling, il Piano nazionale di competenze, e potrei riempirvi di titoli di piani e progetti che ricordano i piani quinquennali dell’Unione Sovietica”, ha proseguito in tono ironico il ministro, evidenziando che sulla formazione la vera sfida è “capire se la formazione e la crescita di competenze possano essere spinte dallo Stato o essere tirate dalle imprese”. “Dal mio punto di vista, è più efficiente l’apprendimento tirato dalle imprese e tarato su misura delle loro necessità”, ha concluso il ministro. A seguire, il ministro ha visitato la mostra dedicata ad Alcide De Gasperi, soffermandosi sugli insegnamenti dello statista e apprezzando, in particolare, quello sulla pazienza, necessaria anche nella politica. (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = “https://connect.facebook.net/en_GB/all.js”; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs); }(document, ‘script’, ‘facebook-jssdk’));

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